Nell’ambito del Question Time in commissione, oggi ho interrogato il Ministero delle Politiche Agricole per conoscere i tempi di emanazione del decretro sul “digestato essiccato” e ho accolto favorevolmente la notizia che il decreto, atteso da tempo, è ora in via di registrazione da parte degli organi di controllo contabile e di legittimità e sarà presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’agricoltura italiana potrà così contare su un’ulteriore soluzione come fertilizzante, così da sopperire alla mancanza di prodotti chimici. A seguito del conflitto bellico in Ucraina, infatti, il nostro Paese ha perso il 15% delle importazioni totali di fertilizzante mentre i costi sono arrivati anche a triplicare.
Questo risultato si somma alla norma prevista dal Dl Ucraina sul “digestato equiparato” e assieme rappresentano passi importanti per raggiungere l’obiettivo di una autonomia italiana nel settore dei fertilizzanti, fondamentali per la produzione agricola. Il digestato, peraltro, è organico ed è prodotto da biogas e biometano con cui, in un’ottica di economia circolare, gli scarti agricoli e i reflui zootecnici invece di divenire rifiuti e inquinanti per l’ambiente, producono energia e tornano poi al suolo con tutto il carico di nutrienti, in sostituzione dei fertilizzanti chimici.Con le novità sul digestato continuiamo ad operare nel solco della sostenibilità ambientale tracciato dalle principali strategie comunitarie come il “Green Deal” e la “Farm to Fork” perché, nonostante la fase emergenziale, la transizione energetica non deve essere abbandonata.
Come grande sostenitore delle energie rinnovabili e dell’economica circolare, sul tema del digestato mi sono molto speso in questi anni e continuerò a farlo, infatti, anche sul Decreto Energia, incardinato alla Camera, ho depositato un emendamento a mia prima firma per disciplinare il “digestato agroindustriale”, così da completare il quadro normativo di questo valido alleato organico del suolo.