La Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo di Taranto

Come vi avevo anticipato, dal 16 al 18 dicembre 2021 si è svolta a Taranto una manifestazione dal titolo “20-20-1 Simposio Internazionale di Archeologia Subacquea”, organizzata dalla Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo per celebrare tre importanti avvenimenti: 20 anni della Convenzione UNESCO 2001 per la protezione del patrimonio culturale sommerso; 20 anni del progetto “Restaurare sott’acqua” -“Restoring Underwater”: 1 anno dall’istituzione della Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo in seno al Ministero della Cultura.

Sessanta studiosi di levatura internazionale provenienti dall’Europa (Italia, Francia, Bulgaria, Croazia, Malta, Spagna, Danimarca, Croazia) e dall’America Latina si sono confrontati su diversi temi legati all’archeologia subacquea. 

Personalmente, oltre ad essere stato invitato al raffinato concerto lirico nella Cattedrale di San Cataldo al termine della seconda giornata, ho avuto modo di partecipare ai lavori della terza giornata, quella dedicata al primo anno di vita della Soprintendenza Nazionale. È stata l’occasione per ripercorrere, attraverso la viva testimonianza degli archeologi subacquei appartenenti all’istituzione tarantina, le molteplici attività di tutela e ricerca subacquee condotte nel corso del 2021.

Insomma, per tre giorni Taranto è stata al capitale europea dell’archeologia subacquea, mettendo in luce uno straordinario potenziale scientifico e culturale da valorizzare, molto importante per il futuro della nostra città in termini di riconversione economica e culturale. A coronamento di questo grande successo, che ha attirato anche numerosi media nazionali, l’inaugurazione, presso il Laboratorio di restauro della Soprintendenza Nazionale sito in Via Luigi Viola, dell’esposizione intitolata “Restauri in mostra: i materiali del relitto alto-arcaico del Canale di Otranto”. Questa importante iniziativa si fonda sul restauro dei 22 reperti ceramici pertinenti al carico del relitto alto-arcaico (2600 anni fa) recuperato nel Canale di Otranto alla profondità di 780 metri. A termine del restauro sarà realizzata una mostra dedicata. Si tratta di uno dei pochi relitti greco-arcaici ad oggi individuati nelle acque del Mediterraneo e uno dei più antichi scoperti nel mare Adriatico. Con un’operazione molto complessa, vista la notevole profondità, i reperti sono stati individuati, selezionati e recuperati in totale sicurezza, con il coordinamento della Soprintendenza.

Il mio plauso più sincero alla dott.ssa Barbara Davidde, prima soprintendente italiana per il patrimonio culturale subacqueo, che guida la Soprintendenza di Taranto, l’unica in Italia di questo tipo. Un ringraziamento a tutto il suo staff ed in particolare ad Angelo Raguso che sin dai miei primi atti parlamentari sul tema, mi è stato vicino per aiutarmi nella difficile impresa di far ritornare la Soprintendenza a Taranto, dopo che nel 2016 era stata soppressa. Oltre a parlare del ritorno a Taranto della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio, con Angelo sognavamo di portare nel nostro capoluogo anche l’archeologia subacquea. Grazie all’impegno di tutti noi, al Ministro Luigi Di Maio che raccolse i nostri desiderata, all’ex Ministro Bonisoli che avviò l’iter di ritorno, al Ministro Franceschini che non solo non si è opposto a questo progetto una volta subentrato a Bonisoli nel Conte II, ma lo ha favorito fino a concretizzarlo… oggi posso dire che la realtà attuale è andata ben oltre i nostri sogni!

Taranto è la regina italiana del patrimonio archeologico subacqueo, una grande opportunità di rilancio culturale, la cui offerta si affianca a quella già consolidata del nostro meraviglioso museo, il MarTA.

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